Chi di voi non ha mai sognato di avere nel proprio portfolio una bella foto della via lattea scattata con le proprie manine? Per quanto possa essere un genere fotografico d’impatto che desta molto interesse tra i nostri spettatori, fotografare la via lattea comporta una serie di accorgimenti che per più di qualcuno può sembrare un processo macchinoso, ma che se ben applicati possono far portare a casa lo “scatto della vita”, come lo chiamo io. Ho voluto dividere il procedimento in 4 punti distinti e separati. A prescindere da un discorso meramente tecnico, la fase di “studio dello scatto” è fondamentale.
1. LOCATION
Per fotografare la Via Lattea occorre recarsi in un posto completamente buio quando la luna non è visibile nell’arcata celeste, prediligendo la prima notte di Luna nuova.
Per trovare posti sufficientemente scuri esistono su internet diversi siti con le mappe dell’inquinamento luminoso. Io in genere utilizzo Google Earth espandendo la voce Galleria che ubicata nel Riquadro livelli a lato del Visualizzatore 3D e poi cliccando Nasa, Earth City Lights e ancora Earth City Lights. Se abitate in città mettetevi l’anima in pace, pigliate la macchina e e preparatevi a farvi un viaggetto non proprio vicino porta… Sappiate che tanto più è buia la location, meno lavoro dovremmo affrontare in post-produzione.
2. QUANDO FOTOGRAFARE
La via lattea è osservabile durante tutto l’anno. Ci sono periodi migliori che possono fare al caso vostro in base alle esigenze personali. Di seguito una suddivisione in base all’osservabilità in Italia:
– Da Aprile a Maggio la via lattea è visibile poco prima dell’alba;
– Da Giugno ad Agosto è visibile nelle ore centrali della notte;
– Da Settembre ad Ottobre è visibile nelle ore subito successive al tramonto;
Per avere indicazioni più precise sugli orari di visibilità della via lattea ci sono diversi siti web, primo tra i quali www.youcanseethemilkyway.com. Tuttavia io utilizzo una comodissima App sia per IOS che per Android denominata SunSurveyor, pagata 10 euro ma che da grandi soddifazioni.
3. ATTREZZATURA
– qualsiasi fotocamera purchè abbia la modalita M, ovvero la possibilità di settare i valori del triangolo dell’esposizione (ISO, tempo di posa e apertura diaframma)
– treppiede, necessario per le lunghe esposizioni. In genere uso l’Andoer Q999, leggero e versatile.
– obbiettivo grandangolare luminoso. Almeno da f/2.8 o valori inferiori. Io mi doto del Samyang 14mm f2.8
– telecomando per lo scatto a distanza al fine di azzerare le microvibrazioni dovute alla pressione sul pulsante di scatto.
– Torcia, necessaria per raggiungere la location buia, per posizionarsi e per settare la reflex. Io impiego una comunissima torcia a fronte da pescatore facilmente reperibile.
Aggiungo inoltre l’attrezzatura adatta all’ambiente come scarpe da trekking, indumenti, acqua, etc…
4. UTILIZZARE LA MACCHINA IN MODALITA’ MANUALE
L’obiettivo meriterebbe un punto tutto suo, in quanto a mio avviso è fondamentale per la riuscita dello scatto, ma proprio perché da esso dipendono tutti gli altri fattori, ne parlerò in questo punto cercando di non fare confusione.
Dopo aver letto molte guide online sul cosa utilizzare per questo tipo di fotografia, risulta che l’obiettivo più adeguato sia un grandangolo: spesso si parla di 14mm che diventerebbe un 21 mm su APS-C, con apertura del diaframma a f2.8.
La cosa importante è che l’obiettivo abbia la ghiera della messa a fuoco in manuale. Tenendo presente che la regola generale semplificata per conoscere il corretto tempo di esposizione della via lattea è basato su un semplice calcolo matematico, cioè 500 (alcuni usano 400 e altri 600) che è un numero fisso, diviso la focale utilizzata (ES. 500 / 14mm = 35secondi su FF ; mentre su APS-C diventerebbe 500 / (14mm x 1.5) = 24 secondi), pubblico di seguito a titolo riassuntivo un quadro che spiega chiaramente i pro e i contro variando ISO, Focale, Diaframma e velocità di scatto e di seguito i punti fondamentali a chiarire come fotografare la Via Lattea:
– Il diaframma molto aperto “sfoca” e molto chiuso richiede tempi di esposizione troppo lunghi. Un diaframma molto aperto su una focale grandangolare con messa a fuoco a “infinito” non pregiudica la corretta messa a fuoco, ma se si usa un 35mm è un po’ più complesso.
– la Via Lattea si sposta (o meglio la terra ruota), quindi il tempo di esposizione deve essere sufficientemente lungo da immortalarla, ma sufficientemente lento da immortalare le stelle in maniera puntiforme, tramite la formula riportata sopra (non le scie, altrimenti dovremmo parlare di startrails che è un’altra cosa)
– Usare ISO basse (800ISO) solo se il diaframma è molto aperto (f1.8) in modo di poter utilizzare una velocità di scatto adeguata. Logicamente più si alza la ISO e più problemi ci saranno in post produzione per il rumore, per questo motivo è necessario trovare un giusto compromesso tra Diaframma, ISO in base al massimo tempo possibile utilizzabile ad una determinata focale (con un determinato diaframma che dipende dall’obiettivo).
– Nel caso di foto con soggetto in primo piano, uno eventualmente in secondo piano ed uno in terzo piano (via Lattea) è consigliabile (soprattutto con diaframmi molto aperti) variare la messa fuoco e fare diversi scatti da unire in fase successiva (post produzione)
Una volta seguiti i 4 punti sopra elencati, non ci resta che ultimare il lavoro utilizzando software quali Adobe Lightroom o Adobe photoshop. Quest’ultima procedura la vedremo nei prossimi articoli.